Lado Shatirishvili / Adjarian Wine House Porto Franco /Adjarian Wine House

Georgia, una nazione dove produrre il vino è una pratica  diffusa su gran parte del territorio. La regione più importante è la Khakheti. Grazie al clima e soprattutto al sole, i vini locali sono intensi, complessi e forti di gradazione. Vitigni più diffusi sono rosso Saperavi e bianco Rkatsiteli. Le zone vitivinicole più importanti in tutto 14 fra i quali Teliani, Tsinandali, Mukuzani, Kindzmarauli, sono dei posti bellissimi, pieni di storia, raccontata da siti archeologici e antichi monasteri. Purtroppo avevo solo un giorno per esplorare questa bellissima terra, poi ho proseguito per Adjaria, la regione nell’ovest del Paese, con la capitale Batumi, una meta turistica balneare. Adjaria è molto particolare dal punto di vista climatico, Mar Nero da una parte e le montagne dall’altra creano un microclima subtropicale, difficile per la viticoltura ma la gente locale non ha paure delle sfide. La tradizione vitivinicola è in Adjaria molto antica, i vitigni coltivati sono quasi 40 (in tutto il paese conta più di 500 tipi dei vitigni). Oggi siamo ospiti di Adjarian Wine House, costruito sulle rovine di una vecchia cantina del XVIII secolo. La nuova cantina ha aperto le sue porte nel 2010, è molto moderna, con il concetto molto europeizzato, che però non nuoce e non distrae dai costumi e dalla tradizione locale.

  • Who: Lado Shatirishvili, alcuni anni fa ho lasciato il mondo delle banche e delle finanze ed insieme ad un gruppo di amici ci siamo buttati nella viticoltura. In realtà, noi georgiani, il vino lo abbiamo nel sangue, per me era inevitabile un giorno trasformare una passione nella professione. Il nostro scopo era dare supporto alla tradizione vitivinicola della regione Adjaria, riprendere la coltivazione e valorizzare il vitigno autoctono chkhaveri. Così è nata la cantina Adjarian Wine House.
  • What’s your wine of the week: Adjarian Wine House Porto Franco, un vino rosato prodotto da un vitigno autoctono chkhaveri. Un vino esclusivo, prodotto solo in 3000 bottiglie, ognuna è numerata e destinata solo al mercato locale. E’ un vino estivo, molto fruttato con sentori di fragola e scorza di arancia, al gusto è molto piacevole, intenso e lungo al palato. Si sposa bene con frutta e verdura, pesce e carne bianca. Questo vino è prodotto con metodo europeo, cioè la vinificazione avviene nell’inox e non in kvevri.
  • Where: Adjarian Wine House, la nostra idea era di creare intorno alla cantina un piccolo villaggio, una meta per gli amanti del vino, una zona relax circondata dai vigneti, colline e boschi.  Dove c’è un buon vino c’è anche una buona cucina perciò il ristorante ci doveva essere per forza. I nostri clienti sono i turisti ma anche la gente locale che vuole immergersi nella natura, conoscere la tradizione vitivinicola, assaggiare i vini locali e la cucina regionale adjara. Produciamo 25000 bottiglie all’anno di vino dalle uve chkhaveri, tsolikauri e saperavi.

English summary. The most important wine region in Georgia is Khakheti with its intense, well structured wines mostly from Saperavi and Rkatsiteli grapes. I’ve only had an opportunity to see a little part of this immensely beautiful region but I’ll be back some day to study it more in depth. Apart from Khakheti, wine is made in almost all Georgia’s regions, each of them different, for example Adjaria, located in the country’s southwestern corner, with Batumi as a capital which is Georgia’s second biggest city as well. The region’s subtropical climate make winemaking complicated but local people are not afraid of difficulties. And indeed, hard work is the key to success. Adjarian Wine House Porto Franco makes a rosè from a rare autochthonous chkhaveri grape and has a unique, fruity, fresh and intense taste with a long finish. Lado Shatirishvili, one of the founders of Adjarian Wine House suggests this wine for a summer dinner outside with friends. The only one problem is that the quantity of this wine is limited and can be bought by the producer and only few other places. So I invite you to come to Georgia and visit the Adjarian Wine House, a village that includes a winery, restaurant, relaxing area, wine shop and vineyards. Kind of european style agriturismo but full of national pride and traditions. 

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Vaja Davitadze/ Marani Satsuri / Marani Hotel Batumi

Il popolo giorgiano è famoso per la sua ospitalità e accoglienza, feste e tavolate abbondanti durante i quali i brindisi ed il vino si uniscono nell’unico fiume che scorre e lascia lo spazio al sorriso, lunghe conversazioni, felicità e gioia dell’essere. Il vino ha un ruolo centrale nella ospitalità georgiana ma non è solo una bevanda alcolica con cui accompagnare le feste. E’ l’aspetto fondamentale della cultura e della storia del paese, una parte inseparabile dell’identità e della filosofia del popolo intero. Il vino è presente in tanti aspetti della vita quotidiana come religione, vari costumi, economia e addirittura la politica. Insomma è una bevanda sacra, come sono anche i “marani”, le cantine dove vanno sotterratte i kvevri e dove nasce il vino. Vaja Davitatze ha voluto costruire una dentro il suo albergo a Batumi, chissà quanto sono contenti i suoi ospiti!

  • Who: Sono Vaja Davitadze, nella mia vita ho fatto tanti mestieri nei diversi settori: dalla cultura alla politica. La viticoltura è stata da sempre la mia seconda professione perché il vino lo faceva già mio padre, prima ancora mio nonno, bisnonno ecc. In Georgia ci sono tantissimi piccoli produttori, quasi in ogni famiglia c’è una piccola cantina dove si produce vino per se e per gli amici. Nel nostro caso produciamo vino anche per i nostri ospiti che vengono a soggiornare nel nostro albergo Marani a Batumi, di cui sono il proprietario.
  • What’s your wine of the week: Il vino è una bevanda dell’amore, dell’amicizia, della saggezza, una bevanda che ci unisce e ci protegge. Sono felice, con l’aiuto del governo georgiano, di partecipare al programma di recupero di Satsuri (o Satsuravi) è un vitigno autoctono dimenticato nel tempo e quindi molto raro. Marani Hotel Satsuri è un vino prodotto in kvevri, ha una bella struttura, è ricco di profumi, intenso e fruttato in bocca.
  • Where: Cantina dell’Hotel Marani a Batumi. Il nostro albergo è operativo da 20 anni, mentre la cantina finita da pochissimo tempo, è la gioia della mia famiglia e dei nostri ospiti. Non è un’attrazione turistica, ma un vero e proprio laboratorio dove nasce il vino dall’uva proveniente dai vigneti che abbiamo fuori città. Nell’Adiaria montuosa coltiviamo i vitigni locali: tsolikouri, chhaveri e satsuri. A Kakheti invece, nella regione vitivinicola per eccellenza della Giorgia, coltiviamo saperavi, rkatsitelli e tavkveri. Proprio a Kakheti abbiamo prodotto un video che spiega e racconta il metodo tradizionale della produzione del vino kvevri che trovate alla fine di questo post.

English Summary. Georgians are famous for their hospitality. When I got to the abundantly served table for the first time, I thought I would never be able to stand up again. But the real danger was not the quantity of traditional dishes of all kinds, but the frequency of the toasting and glass refilling. Don’t underestimate the importance of wine for the Georgian lifestyle though… It is not just a party drink, it is crucial in everyday life and not forgetting aspects such as a religion, culture, history, national economics and even in politics. It is a sacred drink and “marani” (the wine cellars or the rooms where the qvevri vessels are stored) are extremely venerated. Vaja Davitadze has built his own marani in the ground floor of his hotel in Batumi, Georgia. His guests are happy to try all kinds of wine and to learn how is it made. I tried Hotel Marani Satsuri, an intense qvevri wine made from an ancient, autochthonous satsuri grape, which is now regaining its popularity.

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Bernardo Bianchi / Colle Bereto Il Tocco 1988 / Az. Agr. Colle Bereto

Sempre a Radda in Chianti, durante il weekend di Radda nel Bicchiere, ho partecipato alla degustazione delle vecchie annate del Tocco, un vino storico dell’azienda Colle Bereto. In una sala bellissima, sotto i lumi di candela io e altri colleghi sommelier, giornalisti e blogger abbiamo assaggiato la verticale dal 1983 al 1990. Non lo nascondo, è stata la mia prima esperienza nel degustare il vino così tanto invecchiato. Ho finalmente avuto la possibilità di vedere cosa succede dentro la bottiglia con il passare del tempo. Il primo vino proposto aveva la mia età, berlo, dopo 33 anni è stata una grandissima emozione!

  • Who: Mi chiamo Bernardo Bianchi e sono responsabile dell’azienda Collebereto di Radda in Chianti. Seguendo l’esempio di mio nonno, già a 11 anni decisi di diventare un agronomo, amo seguire la vigna e accompagnare l’uva nella sua crescita per poi vedere la sua trasformazione in cantina. Sono nato e cresciuto in Chianti, il vino l’ho sempre vissuto come una consuetudine, ho avuto la possibilità di appassionarmi al mondo del vino e restare nel territorio dove sono cresciuto e che amo profondamente.
  • Wine of the week: Abbiamo assaggiato la verticale del nostro Tocco e Colle Bereto Il Tocco 1988 è uno dei vini che mi ha appassionato di più per la sua eleganza e longevità. Proviene da un vigneto interessante, solo grandi appezzamenti e suoli così complessi (galestro) possano dare dei vini così longevi. Ha dei profumi gradevolissimi di cioccolata, caffè, speziatura interessante ma non invadente. Mi è piaciuto per la dolcezza del suo tannino, la freschezza ed un equilibrio sempre importante. All’epoca il Tocco era Sangiovese in purezza, poi, negli anni 90 il vigneto fu reimpiantato a merlot che anche oggi continua a dare dei vini eleganti, rotondi e longevi.
  • Where: Azienda Collebereto della famiglia Pinsauti. Quando sono arrivato 16 anni fa, c’era da ristrutturare l’azienda e con Franca e Lorenzo Pinsauti passo dopo passo, l’abbiamo portata a come è oggi. Il valore aggiunto è la posizione in cui si trovano i nostri vigneti (in tutto 60 ettari), intorno al borgo abbiamo quest’anfiteatro di vigneti che guardano a sud. L’uva più lontana si porta da 800 metri di distanza per arrivare in cantina nella maniera perfetta. Lavoriamo da tanti anni in modo più naturale possibile e produciamo Chianti Classico, Chianti Classico Riserva, Chiani Classico Gran Selezione, il Cenno e il Tocco che provengono da due singoli vigneti impiantati rispettivamente a pinot nero e merlot, un bianco da chardonnay e pinot bianco e uno spumante metodo classico da pinot nero. In tutto circa 80 mila bottiglie. I nostri clienti principali sono ristorazione e cliente privato. Lavoriamo un po’ in tutto il mondo ma Firenze e Siena sono due zone privilegiate, come sono i nostri locali a Radda in Chianti, Firenze e Tokyo.

English summary. Today I’d love to share with you some pictures and thoughts from one of the most exciting wine tastings I’ve ever partecipated to. It was a month ago, I was invited to the Colle Bereto winery from Radda in Chianti for the vertical old vintage wine tasting. We have tried some vintages from 1983 to 1990, it was my first experience, I couldn’t ever imagine what happens with the wine after being cooped up in the bootle for so many years! Bernardo Bianchi is a manager of the Colle Bereto, in his opinion Colle Bereto Il Tocco 1988 was on of the best samples, still alive, with complex chocolate and coffe flavors and sweet tannins. Back in time Il Tocco was made from 100 % Sangiovese grapes, after 1990 the vineyard was replanted to Merlot and nowadays the wine from this single vineyard has the same elegance, balance and aging potential. 

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Walter Lodali / Lodali Barbaresco Lorens / Az.Agr. Lodali Walter

Una mattina seguendo la Strada Romantica delle Langhe sono arrivata fino a Treiso (CN) per conoscere Walter Lodali, titolare dell’omonima azienda. Per la prima volta ho avuto la possibilità di assaggiare in un’unica degustazione le grandi denominazioni piemontesi  per annotare e capire meglio le differenze. Sono stata conquistata dai profumi fruttati ed intensi del Barbera, incuriosita dal colore scarico e quasi trasparente di un Barolo giovane per poi rimanere entusiasta del fantastico Barbaresco, ma ne parlerà meglio Walter nella nostra intervista:

  • Who: Sono Walter Lodali, titolare dell’Azienda Agricola Lodali Walter, rappresento la 3° generazione di produttori, seguendo le orme di nonno e papà.  Fin da piccolo partecipavo nella vita della cantina e da sempre ero certo di fare questo mestiere. Nel 1998 mi sono diplomato alla Scuola Enologica  di Alba e da lì è iniziato il mio percorso professionale. Negli ultimi anni abbiamo rinnovato la cantina ed inserito nuove pratiche enologiche ma sempre attenendosi alla tradizione e rispettando i metodi di una volta.
  • What’s your wine of the week: Dal 2005 usciamo con la linea Lorens (in piemontese Lorenzo), che ho voluto dedicare al mio papà che ho perso quando ero piccolo. E’ una linea dei nostri vini migliori e tra tutti c’è uno che mi piace in particolare: Lodali Barbaresco Lorens. Le uve per questo vino provengano da un vigneto vecchio 60 anni dove si pratica  diradamento drastico e quindi la produzione  di uva è molto bassa (circa 3500-4000 kg per 1 ettaro) e di qualità assoluta. Il vino viene affinato in tonneaux francesi per 2 anni e poi in bottiglie per 15 mesi. Barbaresco Lorens 2012 ha profumi complessi e fini, il gusto ricco e strutturato, è un vino che secondo me rappresenta di più il carattere ed il mio modo di essere.
  • Where: Azienda Agricola Lodali Walter, fondata nel 1938 dal mio nonno Giovanni. Ci troviamo nelle Langhe, esattamente a Treiso (CN), nella zona di Barbaresco. Abbiamo 14 ettari di vigneti di ns. proprietà (tra cui 3 ettari di vigneti nella zona di Barolo) e produzione di circa 60-65 mila bottiglie all’anno di tutti vini tipici della zona: Barolo, Barbaresco, Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Arneis, Moscato. Per degustarli invitiamo tutti gli enoapassionati a visitare la nostra cantina o uno dei nostri ristoranti a Treiso e Roddi.

English summary. I’ve received a lot of advices from my friends, real and virtual ones, on where to go and what to see in Piedmont.  This is how I got in touch with Walter Lodali, the owner of  the winery of the same name situated in Treiso (Province of Cuneo) and founded by Walter’s grandfather in  1938. At age 5 Walter lost his father Lorenzo and all the business was taken over by his mother Mamma Rita, a strong and corageous woman. Grown up and graduated at Enological school of Alba, Walter entered the company full of fresh ideas, one of them was to launch a new wine line called Lorens (Lorenzo in piedmontese), the winerie’s finest wine selection. Walter’s favorite is Lodali Barbaresco Lorens, the best quality grapes for this wine are coming from 60 years old vineyard. The wine is aged for two years in french tonneaux and for 15 month in the bottle. This wine has a fine complex nose and a reach persistant taste. Walter confesses that this Barbaresco is the wine that reflects his personality in the best way.

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Andrea Giorgi / Sampieri – del Fa’ Vinsanto Orcia / Az. Agr. Sampieri – del Fa’

C’è un posticino nel mio cuore completamente dedicato ai vini passiti, hanno una magia in più, avvolgono e scaldano l’anima. I produttori di questo succo prezioso sono persone pazienti e coraggiosi, Andrea Giorgi ne sa qualcosa…

  • Who: Mi chiamo Andrea Giorgi, sono laureato in storia e per tanto tempo mi occupavo degli archivi storici e la produzione scientifica. Circa vent’anni fa sono entrato nell’azienda agricola di famiglia per occuparmi anche del vino.
  • What’s your wine of the week: Sampieri – del Fa’ Vinsanto Orcia, un vino liquoroso, prodotto dall’azienda da molti decenni, tramandando la tradizione e usando sempre le vecchie tecniche. I grappoli di uva trebbiano vengono raccolte e trasportate con molta cura al primo piano della cantina, messi (distribuite) su un letto di canne e lasciati a riposare per 3-4 mesi. La vinificazione e l’invecchiamento avvengono in appositi contenitori di legno, detti “caratelli”, che vengono svuotate dalle produzioni precedenti lasciando il fondo di sedimentazione e poi riempiti con il nuovo mosto. Questo per dare un gusto sempre omogeneo e una struttura molto simile alle produzioni di ciascun anno. Dopo 3-4 anni  vinsanto è pronto, ha la gradazione media tra i 16 e 17 gradi, colore ambrato, i profumi più tosto intensi (frutta secca, mandorle miele), sapore dolce e vellutato. Ha un solo difetto, la produzione è molto piccola (circa 7-8 quintali all’anno), per incrementarla stiamo piantando nuovi vigneti di trebbiano, che nelle nostre zone sta diventando sempre più raro.
  • Where: Azienda Agricola Sampieri – del Fa’, un azienda di famiglia, ereditata dai nonni, nata nel 1958 e situata a San Quirico d’Orcia, con il centro di produzione e  distribuzione in uno dei palazzi più antichi del centro storico della città. Accanto al sopramenzionato vinsanto avviene la produzione dei diversi vini tra cui Orcia Rosso DOC, vino corposo, aromatico, con tanto carattere dovuto all’affinamento nei barriques per 12-18 mesi. Sempre nei dintorni di San Quirico d’Orcia svolgiamo attività agrituristica, per chi ama il contatto con la natura e vuole assaporare la vita rurale.

English summary. Straw wines have conquered my heart long time ago, there is something magical and astonishing about them. I was curious to see how the traditional Tuscan Vinsanto is made so I met Andrea Giorgi, a corageous and a very patient producer of Vinsanto in San Quirico d’Orcia (Siena). Patient because you need 3 to 4 years to get your wine ready and corageous because of the low yields and labor intensive production. The fruit of hard work is always sweet especially when we talk about Sampieri del Fa’ Vinsanto Orcia: characteristic amber colour, honey and dried fruit aromas, sweet but at the same time delecate and velvety taste. Real gratification for both, the producer and the final consumer! 

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Luca e Giulitta Zamperini / Poggio Grande Sesterzo / Az. Agr. Poggio Grande

DOC Orcia è una denominazione rispettivamente giovane e piccola soprattutto se paragonata con i suoi confinanti, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Difficile competere con vicini così potenti, ma la concorrenza salutare non ha mai fatto male a nessuno ed i produttori di Val d’Orcia lo sanno bene e sanno trarne un vantaggio. Per capirlo basta parteciare all’ Orcia Wine Festival che ogni primavera attira tantissimi appassionati promuovendo la denominazione con numerose iniziative, degustazioni, visite in azienda e cene a tema. Quest’anno anch’io ho colto l’occasione partecipando a questo evento per scoprire i vini della bellissima zona del Val d’Orcia. Iscrivendomi al wine tour, ho visitato due cantine, tra cui Poggio Grande, dove ho conosciuto Luca e Giulitta Zamperini.

  • Who: Sono Luca Zamperinini, la nostra famiglia gestisce l’azienda agricola da cinque generazioni, è un lavoro che richiede tanto impegno e sacrificio. Ho fatto di tutto per scappare da quell’ambiente ed occuparmi di altro e ci sono voluti ben 23 anni per  ritrovare quei valori che, se da giovane non apprezzavo, oggi non ne posso fare a meno. Sentivo proprio la mancanza delle mia terra e sono tornato anche per la passione del vino. Ho iniziato questa avventura per gioco che presto è diventato un lavoro vero e proprio. Credetemi, non c’è niente di più bello per un produttore, alla fine di tutti i lavori svolti in vigna ed in cantina, mettersi davanti ad un bicchiere ed a occhi chiusi sentire le emozioni che regala il tuo vino. E’ un prodotto vivo, va seguito e accompagnato in tutte le fasi della sua evoluzione, e per questo, fortunatamente c’è il prezioso aiuto di mia figlia Giulitta, il futuro dell’azienda.
  • What’s your wine of the week: Poggio Grande Sesterzo Orcia Rosso DOC è il nostro vino di punta, un sangiovese in purezza. Per produrlo viene raccolta l’uva migliore dai vigneti con l’esposizione più favorevole. Affinato 24 mesi nei botti di rovere francese, con profumi tipici del sangiovese e tannini precisi che lasciano una piacevole morbidezza al palato. Al di là delle caratteristiche tecniche, il vino ci da comunicazione, confronto con gli altri e deve essere capace di farci emozionare e sognare, Sesterzo è un vino creato con questo scopo.
  • Where: Siamo nell’Azienda Agricola Poggio Grande in Castiglione d’Orcia, uno dei cinque comuni che compongono la Val d’Orcia, patrimonio dell’ Unesco dal 2004. Ci troviamo a 480 m.slm., tutti crinali della collina sono impiantati a vigna, che io uso chiamare “l’arlecchino,” perchè a secondo della tipologia del terreno sono state piantate diversi varietà di vitigni: syrah, cabernet sauvignon, merlot e alcuni vitigni bianchi francesi (ultimi due sono destinate a produrre Tagete, un bianco incredibile per il territorio), ma protagonista indiscusso di questa terra era e rimarra sempre il sangiovese che qui si sviluppa in maniera spettacolare, grazie al terreno minerale  vulcanico del Monte Amiata ed al micro clima incredibile.

English summary. Val d’Orcia is the world’s most beautiful countryside and the UNESCO World Heritage site since 2004. The territory is famous for the landscapes, the thermal springs and the food (remember Pienza cheese?), while its wine industry is still underestimated. Lying between two wine colossus Montalcino e Montepulciano, Orcia DOC needs to find the way to stand out, which is is difficult but not impossible. Thanks to the Orcia Wine Festival every spring huge amount of wine lovers come to Val d’Orcia to try new wines and partecipate in tastings, wine tours, themed dinners and other events. I was lucky to get the last ticket for the wine tour and have visited two local wineries. One of them: Poggio Grande, this is where I met Luca Zamperini and his daughter Giulitta, both very passionate and enthusiasic about their jobs. The wine, in their opinion, is a drink that make us dream and I can assure you, with their Poggio Grande Sesterzo Orcia DOC  (100 % sangiovese, smooth tannins, structure and elegance), dreams become bigger and sweeter. 

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Julie Simard / Henri de Villamont Chambolle Musigny 1er Cru Les Baudes 2010 / Henri de Villamont

Esattamente due anni fa ho avuto la fortuna di partecipare a Les Grands Jours de Bourgogne, un evento biennale che in 5 giorni riesce a raccontare il patrimonio vitivinicolo dell’intera Borgogna. E’stata un’esperienza fantastica, ogni giorno facevo una tappa diversa per scoprire varie zone e denominazioni, clos e climats, e tra degustazioni ufficiali la cosa più bella è stata visitare le cantine. Una di queste è Henri de Villamont dove ho conosciuto Julie che dopo tutto questo tempo si è ricordata di me ed è stata gentilissima di rispondere alle tre domande di wineterview. Anche se quest’anno seguo Les Grands Jours de Bourgogne da casa, per un momento mi sono immaginata di trovarmi lì, in quella terra che nonostante la fama e la reputazione mi ha colpito con la sua elegante modestia e semplicità.

  • Who: Mi chiamo Julie Simard, sono nata a Beaune in Borgogna 27 anni fa. Dopo aver vissuto per un po’ all’estero, sono tornata nella mia regione nativa per finire gli studi di Commercio Internazionale ed iniziare la mia carriera professionale. La mia passione e curiosità per il vino l’ho avuta da sempre, grazie ai miei genitori e a mio zio che aveva un vigneto a Meursault. E’ stato naturale per me scegliere il mestiere. Lavoro per Henri de Villamont (Savigny les Beaune) da 5 anni e sono responsabile per il mercato Europeo. Adoro il mio lavoro perché è vivo, dinamico e sempre diverso come il vino. Sono amante del vino rosso, anche se nella mia cantina personale tengo di tutto. Mi piace allenare il  palato con diversi vini e vitigni provenienti dai vari paesi.
  • What’s your wine of the week: Ok, se devo sceglierne solo uno mi rimane difficile! Ma eccolo: Chambolle Musigny 1er Cru Les Baudes. Vintage 2010. Chambolle Musigny è un villaggio situato al sud di Digione, tra Gevrey Chambertin e Nuits Saint Georges. Include 155 ettari di vigneti e 24 diversi Premier Cru. Il climat “Les Baudes” si trova al confine con l’appellation Grand Cru di Bonnes Mares, con un suolo molto ricco. Il vigneto Les Baudes ha 45 anni ed è un esempio di eleganza e  finezza. Il colore è abbastanza chiaro, ma al naso è determinato già al primo impatto con profumi profondi di fragola, lampone, violetta e sottobosco. I tannini sono delicati e integrati. Questo vino è come un pizzo: strutturato, pulito ed elegante. Napoleone lo descriveva come un vino che può sedurre ogni donna e penso che avesse ragione. La vinificazione avviene in modo tradizionale, il vino invecchia 18 mesi in botti di rovere francesi (40% nuove). Questo vino non deve necessariamente essere accompagnato con il cibo ma è perfetto con il piccione arrosto o il Brillat Savarin, formaggio morbido e cremoso .
  • Where: rischio di sembrare sciovinista ma a mio parere i vini della Borgogna sono unici essendo la perfetta espressione del terroir e dell’annata. Sono prodotti da un solo vitigno e provengono da zone ben distinte e classificate. Henri de Villamont produce circa 45 vini provenienti dai diversi appellations, da Chablis a Beaujolais, ma il cuore della gamma si trova in Cote de Nuits e Cote de Beaune. I nostri Grand Cru sono Savigny Les Beaune, Chambolle Musigny e Grands Echezeaux. Compriamo uva anche da diversi produttori che selezioniamo attentamente da anno in anno. Oggi giorno l’80% della nostra produzione la esportiamo all’estero.

Today is the last day of Les Grands Jours de Bourgogne, an extremely important wine event held every other year in Burgundy. In five days whole range of Burgundy wines is presented to the wine traders, journalists and sommeliers from all over the world. The number of participants is limited. I was lucky to attend this special event two years ago and taste all the famous appellations, various crus and vintages. I also managed to visit some wineries. Henri de Villamont was one of them and that is where I met Julie, she seemed so involved and passionate about her job, I felt in love with the whole wine industry that day! I didn’t get to Les Grands Jours de Bourgogne this year, but i did ask Julie for a long distance interview, which she kindly accepted.

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Tarrah MacPherson / Castello Banfi Brunello di Montalcino 2010 / L’Enoteca Banfi

Qualche volta conoscenze casuali si trasformano in amicizia. Così è capitato con Tarrah: l’abbiamo incontrata in aereo ed è scattato subito un feeling. Tarrah è una sommelier, un amante del cibo e del vino italiano. E’ stata ospite a casa nostra, abbiamo girato cantine e ristoranti, cucinato e mangiato insieme ed alla fine abbiamo fatto anche un intervista per il mio blog.

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  • Who: Mi chiamo Tarra MacPherson, sono canadese. Sono in Italia per vacanza e  alla scoperta di nuove esperienze, adoro il cibo ed il vino italiano. Sono ragioniera ma la vita mi ha portato in Inghilterra, la capitale mondiale dell’industria del vino e da lì è partito tutto. Tornata in Canada, sono diventata sommelier certificato e ho lavorato negli alberghi e ristoranti per quasi 15 anni. Gli ultili due anni ho gestito gli affari per Summerhill Pyramd Winery, la più grande cantina produttrice di vino organico in Canada. Credo fortemente che la natura e l’uomo devono lavorare insieme, dobbiamo proteggere il nostro pianeta, essere più “environment-friendly”.
  • Wine of the week: Dopo aver visitato la cantina di Castello Banfi ci siamo fermati all’enoteca per la degustazione. Tra le varie proposte abbiamo scelto un classico set: Rosso di Montalcino 2014, Brunello di Montalcino 2010 e Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 2005 per confrontare tre espressioni di sangiovese. Non sempre durante le degustazioni c’è la possibilità di assaggiare un vino invecchiato 10 anni ed  ho apprezzato questa possibilità.  Il mio preferito tra i tre è Castello Banfi Brunello di Montalcino 2010, che è in commercio da quasi un anno, quindi ha subito due anni di affinamento in bottiglia. E’ un sangiovese molto caratteristico, affinato in stile tradizionale. Preferisco i vini come questo – basati sul terroir, quando il lavoro in vigna conta più del lavoro in cantina. In Nord America molto spesso le degustazioni avvengono molto velocemente, la quantità del vino nel bicchiere non permette di valutare bene le caratteristiche organolettiche del vino. Qua invece la degustazione può trasformarsi in un aperitivo accompagnato dai tipici salumi e formaggi,  un momento di relax dopo una lunga giornata.
  • Where: Molto probabilmente Castello Banfi è la più grande cantina dove io sono mai stata. Incredibile è la produzione di bottiglie all’anno: sono 10.000.000! In Canada abbiamo quasi 500 cantine e credo che non c’è ne sia una più grande di Banfi. La cantina è grande come lo è la loro reputazione: Banfi è molto popolare in Nord America. Non mi sorprende la quantità di persone che viene a visitare Catsello Banfi,  non solo per degustare i vini nella bellissima Enoteca Banfi, ma per immergersi in un contesto antico e pieno di magia come il bellissimo castello, ed allo stesso tempo moderno  come la cantina con soluzioni tecnologiche all’avanguardia .

English summary. Sometimes people you meet accidentally end up becoming really good friends. You find one thing in common and there is a click. Guess what was the common thing? The wine of course! Tarrah MacPherson is Canadian, her first trade is accountant but at some point she fell in love with the wine business, became a certified sommelier and has working experience in this industry for almost 15 years now. For the past two years she had been working at Summerhill Pyramid Winery, the largest organic winery in Canada. She is traveling through Italy right now and we had her as a guest at our house last weekend. I knew Castello Banfi winery is very famous in North America so I booked us in for a visit. Tarrah was amazed by the beautiful medieval castle, the sheer size of the facility, and found the hybrid stainless steel and wooden fermentation tanks very interesting.  After visiting the winery we had a tasting in the beautiful wine shop Enoteca Banfi, we tried three expressions of Sangiovese, the Montalcino’s flagship wines: Rosso di Montalcino 2014, Brunello di Montalcino 2010, Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 2005. Tarrah’s favorite is the second one: Castello Banfi Brunello di Montalcino 2010, very characteristic Sangiovese wine, traditional style, based on the terroir and made to celebrate the grape. At the end of the day it was nice to sit down, relax, have a glass of wine and enjoy the beautiful room of Enoteca Banfi.

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Giusy Calia / Ammiraglia Syrah 2011 / Tenuta Ammiraglia

Questo sabato ero ospite della Tenuta Ammiraglia, una straordinaria cantina della famiglia Frescobaldi costruita all’interno di una collina, inserita naturalmente nel paesaggio. La cantina, unica nel suo genere si trova praticamente all’area aperta, posizionata in modo tale che la luce del sole non sia mai diretta e capace di mantenere la temperatura costante, grazie al giardino pensile che fa da copertura. La tenuta, il paesaggio che la circonda, la vita rurale che si svolge intorno, lascia una profonda sensazione di pace. Un piacere è stato conoscere Giusy, responsabile dell’Hospitality e Pubbliche Relazioni sulla quale l’azienda punta tantissimo. La vasta gamma dei vini delle vari tenute dei Marchesi de’ Frescobaldi sono esposti nel negozio all’interno della cantina, perfetto per fare acquisti natalizi.

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  • Who: Mi chiamo Giusy Calia, ho 32 anni , sono nata in Sardegna e all’età di 2 anni con i miei genitori ci trasferimmo a Montiano. Mi sento Toscana, ma ho sempre un forte legame con la mia terra natale che mi contraddistingue in tutto quello che faccio ed in tutto quello che sono. Da quasi cinque anni lavoro nella Tenuta Ammiraglia dei Marchesi Frescobaldi. Mi sono diplomata all’Istituto professionale per il turismo con specializzazione in Accoglienza nelle strutture ricettive, ma questa è la mia prima vera esperienza nel mondo del vino. E’ un settore che mi ha sempre affascinato, essendo amante del buon vino e del buon cibo in generale e grazie a questa grande famiglia mi sento cresciuta tantissimo sia a livello professionale che personale.
  • What’s your wine of the week: Ammiraglia Syrah, è il vino di punta dell’azienda, è un syrah in purezza maturato 24 mesi: 18 in barrique francese e gli ultimi 6 in americana, tutte barrique di primo passaggio. Ha un’impatto olfattivo di frutta matura quali ribes, prugna, mirtillo. Dopo l’ossigenazione, si apre e sprigiona la sua potenza con note spezziate, tabacco, cannella, cioccolato, pepe nero. E’ un vino persistente, avvolgente e vellutato in bocca. Ha un’anima mediterranea, rispecchia il territorio e si sposa benissimo con la cucina tradizionale toscana a base di carne, perfetto per esempio con il cinghiale alla cacciatora. Il primo anno di produzione dell’Ammiraglia Syrah è stato il 2006, il 2008 fu un’ottima annata arrivando al 2011 ad ottenere 92 punti assegnati da James Suckling. L’annata 2012 che uscirà a breve, ha già vinto il secondo premio Syrah du Monde, il prestigioso contest mondiale del syrah che si tiene in Francia tutti gli anni.
  • Where: La famiglia Frescobaldi è una delle famiglie più antiche nel mondo del vino, dedita alla produzione di prestigiosi vini da 30 generazioni. La storia inizia nei primi anni del 1300 nelle tenute di Nipozzano e Pomino. La Tenuta Ammiraglia è l’ultima nata tra le otto aziende toscane dei Marchesi de’ Frescobaldi. Costruita nel 2006 dall’architetto romano Piero Sartogo la cantina è estremamente tecnologica, innovativa e nello stesso tempo completamente integrata nel territorio creando un impatto ambientale pari a zero. Un’azienda fortemente voluta dal marchese Lamberto Frescobaldi che la considera il suo fiore all’occhiello.

English summary. Tenuta Ammiragliahe is the eighth and the most recent Tuscan winery of Marchesi de’ Frescobaldi. It was built in 2006 by the roman architect Piero Sartogo. He has managed to create a highly advanced winery in respect to the surrounding environment. It is literally built inside a hill and integrates completely into the landscape of Magliano in Toscana, the heart of Maremma in Tuscany. During the visit of the winery I was impressed by its peaceful atmosphere, everything seemed on the right place and working together harmoniously with the nature. By the end of the visit after feeling the immense hospitality, Giusy, the PR manager of the company, served us the estate’s flagship wine, Ammiraglia. It’s a 100% Syrah wine with a strong Mediterranean character and rich in fruity and spicy notes. Well balanced, full bodied and excellent with traditional Tuscan meat dishes. Ammiraglia 2011 has got 93 points from James Suckling while vintage 2012 has won the second price on Syrah du Monde contest in France. 

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Pericle Paciello / Rocca di Frassinello-Baffonero 2012 / Rocca di Frassinello

Rocca di Frassinello è una cantina assolutamente diversa da quello che disegnamo nel nostro immaginario. E’ un progetto giovane nato da una fusione di due culture, italiana e francese, messo in risalto da un grande architetto che ha creato un tempio dove ogni dettaglio ha uno scopo e ogni particolare un suo significato. Significativo è anche  che in questo territorio vi è traccia che la vite  è stata coltivata fin dai tempi degli etruschi. Rocca di Frassinello con grande cura ed impegno porta avanti il progetto di valorizzazione di questa Importante eredità storica.

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  • Who: Sono Pericle Paciello, nella mia precedente vita mi occupavo di economia e banche, ma la mia curiosità ed amore per il vino mi ha portato ad iscrivermi all’università e conseguire una seconda laurea in enologia. Da due anni ho la fortuna di seguire Rocca di Frassinello e il gruppo Domini Castellare di Castelina che include quattro aziende: due in Toscana e due in Sicilia. Applico le mie conoscenze di marketing nel mondo in cui desideravo da sempre lavorare.
  • What’s your wine of the week: Baffonero è la punta qualitativa della produzione dell’azienda,  un vino che ci sta dando tante soddisfazioni. E’ un merlot in purezza, prodotto in un numero limitatissmo di bottiglie, circa 3000 all’anno. Baffonero 2012 che a breve sarà sul mercato, ha avuto dalla guida Luca Moroni il riconoscimento di miglior vino d’Italia.
  • Where: Rocca di Frassinello è un azienda che nasce da un joint venture tra Domini Castellare di Castellina e Domaine Baron de Rothchild – Lafite. Una cooperazione tra Italia e Francia che, se abitualmente visti come rivali, qua esprimono sinergie sorprendenti. La cantina è stata disegnata da Renzo Piano ed è l’unica cantina che abbia mai progettato. Suo padre era viticoltore, questo gli ha permesso di realizzare non solo una bellissima cantina da un punto di vista architettonico, ma sopratutto una cantina funzionale ed avveniristica.  Ci piace chiamare la nostra azienda “rocca della cultura” e teniamo molto ai nostri progetti collegati con l’arte, la storia e la musica, ma la vera ed assoluta priorità è quella di  cercare ed ottenere sempre la migliore qualità in ogni singolo vino prodotto.

English summary. Rocca di Frassinello is absolutely different from all the other wineries i have ever visited. The company is a joint venture between Domini Castellare di Castellina e Domaine Baron de Rothchild – Lafite. Two rivals, Italy and France got together to exchange the experience and to expand on the new territory. The winery itself is projected by Renzo Piano who managed to create something new and fresh and at the same time very practical. The cellar takes the central part of the winery, it leaves you breathless when you enter: just imagine being on the stage with the thousands of barriques watching you. After guiding us through the winery, Pericle Paciello, marketing manager of Rocca di Frassinello, showed us their own museum with the pieces that have been unearthed from the Etruscan tombs nearby. Some of them testimony that in this territory the wine is made from 7th-6th Century B.C.. Nowadays Rocca di Frassinello produces one white vermentino wine and 5 red wines. Baffonero  2012 is a top wine, a 100 % Merlot that challenges another great italian merlot: Tenuta Ornellaia Masseto.

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